venerdì 31 gennaio 2020

"Passeggiata" in un paesaggio sonoro


Se lo studio di registrazione può essere un luogo di lavoro talvolta snervante e logorante, può sorprenderci la scoperta che ci si  possa immergere nella musica anche stando all'aperto, cogliendo l'occasione di una passeggiata al mare, in campagna o in città, ponendosi semplicemente all'ascolto di suoni che spesso ignoriamo, gustandone ed eventualmente indagandone la magia e le sensazioni che possono accompagnasi al loro ascolto. Stiamo parlando del paesaggio sonoro, quel concerto incessante che, dice Murray Schafer, la natura e le sue creature producono, con caratteristiche peculiari ai luoghi e alle epoche.

Sono guidato da questo spirito nella mia passeggiata con Gino, il mio cane fidato, alla ricerca di materiale sonoro concreto interessante. Munito solo di un registratorino, prediligendo quindi l'aspetto pratico e ludico rispetto a quello più professionale che avrebbe richiesto magari l'impiego di uno o due microfoni e relative aste, mi sono avventurato in una passeggiata tra case e verde, fino a giungere al mare. Lungo il percorso mi sono concentrato sulla ricerca di suoni utili per una composizione ispirata al concetto di paesaggio sonoro, nell'intento di creare un dramma per immagini prodotte dalla mente, un dramma da ascoltare, dove le scene le crea l'ascoltatore, ma sotto suggerimento del musicista.

Giunto a casa, dopo aver sperimentato alcune rielaborazioni semplici dei suoni registrati con un orecchio alle possibilità immaginifiche del materiale acustico, ho iniziato a pensare all'aspetto poetico inerente alla scelta dei nomi delle scene che potrebbero prendere forma. Si tratta di interrogare i sensi e l'immaginazione, alla ricerca di suoni interessanti, capaci di suggerirmi delle immagini, una storia, degli scenari. Ora si tratta di mettere insieme gli elementi trovati e opportunamente rielaborati, al fine di creare il mio, nostro, dramma sonoro, che spero avrà vita a breve.

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